a cura di: Veronica Remordina
26/03/2019
Vivere con un animale domestico
come un cane o un gatto è un’esperienza unica e meravigliosa e ancora di più se
in famiglia ci sono anche i bambini.
Chi dice che i bambini non comprendono
veramente cosa significhi avere un piccolo pet, è perché probabilmente non ha
avuto esperienza diretta, perché fra bambini e animali da compagnia si instaura
un legame d’affetto profondo e sincero.
Pensiamoci bene, per noi adulti
adottare un cane o un gatto significa viverci assieme per un relativo attimo
nel nostro percorso di vita, per un bambino invece che nasce quando il pet fa
già parte della famiglia, per lui è un vero e proprio compagno di vita… della
sua vita intera! Ed è al pari di tutti gli altri membri perché ha sempre
vissuto con lui, magari fin da quando ci gattonava vicino, e anche se un cane o
un gatto viene adottato durante l’infanzia o l’adolescenza il legame che si
forma è qualcosa di forte e di indelebile.
Per quanto si speri che vada
sempre tutto al meglio, a volte capita che il piccolo pet di casa si ammali e
allora tanti genitori non sanno come affrontare l’argomento con i propri figli.
C’è chi, pensando di fare la cosa giusta, mente per evitare sofferenza al
figlio, c’è chi allontana l’animale per un periodo di tempo, chi invece dice
tutto e subito.
L’argomento è così delicato che ho
deciso di scrivere un apposito articolo qui sul blog di parent coaching, così
da dare qualche suggerimento, che spero possa essere di aiuto alle mamme e ai
papà a cui succede di avere un animale che si ammala e si chiedono ad esempio: “il
nostro cane si è ammalato come lo dico a mio figlio?”.
Primo suggerimento: i bambini
vivono nel qui ed ora, soprattutto se parliamo di bambini fino ai 7/8 anni di
età, sono molto legati al momento presente, a differenza degli adulti non sono
inclini ad avere ansie su previsioni future. Il mio suggerimento quindi è di
parlare al presente e su soluzioni immediate del tipo “ci pensano mamma e papà
a fare tutto il possibile, lo curiamo al meglio, lo portiamo dal veterinario,
ci prendiamo cura di lui”.
Secondo suggerimento: non
mentire. I bambini sentono molto più
di quanto si possa immaginare, se i sintomi della malattia del pet sono
visibili, è meglio essere sinceri con frasi del tipo “ora non sta tanto bene, si
è ammalato”. Nel caso in cui l’animale abbia una malattia o un disturbo il cui
esito potrebbe non essere positivo, la cosa migliore da fare, se il bambino
chiede se guarirà, è di essere positivi e al contempo di non fare promesse
difficili da mantenere e invece di dire “si certo starà bene”, è meglio dare
risposte del tipo “ce la stiamo mettendo tutta per dargli le medicine giuste, e
al momento non sappiamo se migliorerà”.
Terzo suggerimento: se l’animale
domestico dovesse venire a mancare il mio consiglio è di evitare la classica
frase: “è andato via”. Non ditelo. Perché un bambino potrebbe rimanere
imprigionato nel pensiero di essere stato abbandonato dal suo compagno di
giochi e potrebbe non farsene una ragione. Piuttosto, se il bambino è piccolo
potete raccontare la storia del suo compagno di giochi che è diventato una
stellina del cielo e che lo guarda da lassù, per i bambini più grandi e per gli
adolescenti, invece, è meglio essere sinceri anche sul tema della morte.
Quarto suggerimento: è buona cosa
coinvolgere un figlio nelle eventuali nuove abitudini di cura, soprattutto se
il suo amico a quattro zampe ha bisogno di medicine, del cambio di fasciature,
di una pulizia particolare o anche solo per una dose di extra-coccole. Il modo
migliore per coinvolgerlo è sempre quello dell’esempio, piuttosto che insistere
o chiedergli a voce di fare qualcosa, è molto meglio dare per primi l’esempio
spiegando passo dopo passo quello che si sta facendo e perché.
Ricorda, più un figlio vive con
chiarezza e serenità il momento della malattia del suo fedele amico e più sarà
sereno lui, ad affrontarla.
Veronica Remordina è Fondatrice di ECS Educational Coaching School, la scuola che con il suo Master in Parent Coaching ha già fornito strumenti pratici e concreti a centinaia di educatori, pedagogisti, psicologi ed esperti familiari.
È creatrice del primo protocollo di Parent Coaching in Italia.
Scrive per la nota rivista Coach Mag - il Magazine del Coaching e della Formazione.
Per il suo lavoro di divulgazione anni fa fu chiamata a parlare alla conferenza internazionale del TedX. E' proprietaria dei marchi registrati e dei siti originali www.parentcoaching.it e www.educationalcoaching.it
Tiene corsi on line e in tutta Italia.
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