a cura di: Veronica Remordina
29/12/2017
Da quando, una decina di anni fa,
sono sbarcati sulla nostra penisola Facebook e i Social Network, il modo di
condividere le informazioni personali è cambiato una volta per tutte. Se prima,
per vedere i filmati e le foto delle vacanze ci si trovava la sera fra amici e
parenti, e le pose più intime e personali venivano condivise in un ambiente
protetto, con l’avvento dei social network, la rete è diventata il luogo ideale
in cui postare gli scatti delle proprie vite e mostrarli al mondo intero.
Non si tratta più di far vedere foto e filmati agli amici davanti ad una birra e fare quattro risate insieme, con ogni probabilità a vedere gli scatti postati sui social network sono potenzialmente centinaia e centinaia di persone.
Come dico sempre: “i social network sono come una finestra
affacciata sul mondo intero, non sai mai chi sta osservando o spiando al di là
del vetro”, e quando si tratta di
postare foto di bambini il rischio è che queste foto possano entrare nel possesso
di persone sconosciute e poco affidabili. Un genitore che decide di postare
la foto del suo bambino su un social network, a mio avviso, deve essere
pienamente consapevole di questi aspetti:
1) una foto pubblicata, anche se
solo alla cerchia di quelle cento/duecento persone, che fanno parte del
pubblico medio degli amici, è una foto persa per sempre. Infatti basta anche
solo una persona che salva la foto di un bambino in atteggiamenti innocui e
ingenui agli occhi dei genitori, ma interessanti da un punto di vista pedo-pornografico, che quella foto può
diventare oggetto degli usi meno appropriati;
2) si sta diffondendo il fenomeno
del cyberbullismo fotografico,
ovvero quel fenomeno in cui adolescenti e ragazzi si impossessano delle foto
dei loro coetanei, trovate sui profili dei genitori, magari in età dell’infanzia
o in atteggiamenti intimi, e minacciano/ricattano le loro povere vittime;
3) un bambino di oggi è un adulto di domani, la pubblicazione di contenuti in atteggiamenti di innocua intimità, o di nudo potrebbe ledere alla sua immagine personale e professionale.
Ciò detto e chiarito, ovviamente, sta al buon senso di ogni genitore decidere come comportarsi con le immagini personali del proprio bambino.
Veronica Remordina
Tags: #Parent Coaching #Libertà
Veronica Remordina è Fondatrice di ECS Educational Coaching School, la scuola che con il suo Master in Parent Coaching ha già fornito strumenti pratici e concreti a centinaia di educatori, pedagogisti, psicologi ed esperti familiari.
È creatrice del primo protocollo di Parent Coaching in Italia.
Scrive per la nota rivista Coach Mag - il Magazine del Coaching e della Formazione.
Per il suo lavoro di divulgazione anni fa fu chiamata a parlare alla conferenza internazionale del TedX. E' proprietaria dei marchi registrati e dei siti originali www.parentcoaching.it e www.educationalcoaching.it
Tiene corsi on line e in tutta Italia.
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